Tranvia, Nordmilano sul binario giusto

Tutti i cantieri sono avviati: sta prendendo vita, con qualche ritardo, il progetto della metrotranvia Milano Parco Nord-Seregno che coinvolge 8 Comuni. Il progetto della Città Metropolitana di Milano è stato appaltato alla Cmc di Ravenna che da aprile 2023 ha iniziato ad aprire i cantieri lungo la tratta. 

La metrotranvia: il progetto e cronoprogramma

Il piano, che risale al 2001, ha preso l’avvio a marzo e la durata prevista è di 38 mesi; la metrotranvia collegherà Milano Maciachini a Seregno, sarà lunga 14,3 chilometri e con 25 fermate attraverserà 8 Comuni: Milano, Bresso-Cormano, Cusano, Paderno, Nova Milanese, Desio e Seregno. Sarà costeggiata da una pista ciclabile e una pedonale per tutta la lunghezza.

Al capolinea di Seregno sarà connessa alla stazione delle Ferrovie Nord, collegata direttamente con Saronno, Como, Carnate e Monza. All’altro estremo, Milano Maciachini, il collegamento con la metropolitana M3. Da Paderno una linea porterà a Milano Cairoli M1. Il costo dell’opera è di 258 milioni di euro (66 a carico dello Stato e 98 a carico di Regione Lombardia e enti locali) che comprendono l’acquisto di 18 nuovi tram elettrici. Una prima parte è a doppio binario, da Parco Nord a Calderara (7,9 km), una seconda parte della linea, da Calderara a Seregno FS (6,4 km), è a singolo binario con raddoppi agli incroci.

Fermate e percorrenza

Il tram impiegherà 55 minuti dal capolinea di Seregno a quello di Milano Maciachini. Dal centro di Nova Milanese a Milano il tempo di viaggio risulta invece di circa 35 minuti. Le fermate saranno in media a 500 metri di distanza l’una dall’altra. La frequenza dei mezzi sarà di 5 minuti nella fascia di punta, nella tratta tra Milano e Paderno. Tra Paderno e Seregno il nuovo tram passerà invece ogni 10 minuti nell’ora di punta e ogni 30 nella fascia morbida. Per il Comune di Bresso le fermate saranno 5: Giovanni XXIII, Ariosto, Rivolta, Lurani, Pascoli. Tre quelle di Cusano: via Marconi, Matteotti e l’ultima all’altezza della caserma dei carabinieri. A Paderno il capolinea intermedio Erba, Paderno Calderara, Paderno Paisiello (con parcheggio di interscambio), Paderno Grugnotorto, per un totale di 4 fermate.

I nuovi mezzi

La frequenza verrà garantita da 80 tram in totale, di cui 18, nuovi. I mezzi, gestiti da Atm, saranno interamente elettrici e viaggeranno a circa 20km/h. I tram saranno di due tipologie: per la tratta Cairoli-Paderno saranno come gli attuali tram ‘Sirio’ di Milano da 35 m, 250 posti; poi ci saranno i nuovi tram ‘Stadler’ da 25 m-190 posti, per le corse della Maciachini-Seregno.

Cantieri

I cantieri sono ora tutti aperti, Milano, Cormano e Bresso sono stati gli ultimi, a ottobre, con un ritardo di circa 6 mesi. Nova e Cusano dovrebbero essere i primi a terminare i lavori nel secondo semestre 2025 mentre per tutti gli altri Comuni la conclusione è prevista nel primo semestre 2026. L’attività sarà organizzata per micro-cantieri che procederanno parallelamente nei centri cittadini. Durante tutte le fasi verrà garantito accesso pedonale agli edifici vicino ai cantieri e mantenuti gli accessi carrabili alle abitazioni e alle attività commerciali attraverso appositi corridoi. «Cmc sta collaborando in modo puntale e preciso con la polizia locale per la gestione della viabilità e ha rassicurato sull’impegno per ridurre l’impatto dei cantieri a cittadini e commercianti», rassicura Valeria Lesma, sindaco di Cusano. Qui i cantieri sono iniziati puntualmente a partire dallo smaltimento delle rotaie nella zona di via Alessandrina; i lavori avanzeranno da Calderara e non da Bresso come inizialmente previsto. A Bresso sono previste 9 aree di cantiere che si estenderanno di volta in volta in modo da garantire la più completa transitabilità e, per quanto possibile, un’ampiezza costante delle carreggiate nelle varie fasi. A Paderno, per i due chilometri di binari, saranno necessarie 6 aree di cantiere. 

Ritardi

«Si stima che i ritardi attuali siano di circa 6 mesi -dichiarano i referenti di Città Metropolitana – attualmente non è stato riformulato nessun cronoprogramma anche parziale che oltrepassa la data finale prevista». Le cause dei ritardi sembrano legate all’approvvigionamento di materie prime e a ulteriori lavori non previsti: «per le bonifiche – proseguono da Città Metropolitana – è stato necessario un ulteriore passaggio, altri slittamenti erano dovuti a causa di un adeguamento alla normativa antincendio e non da ultimo alcune aree sono state consegnate diversi mesi dopo rispetto a quello che si era convenuto»