Bresso, l’isola ‘felice’ dei compiti

Il progetto ‘Isola dei compiti – Portofranco’ nasce più di 25 anni fa a Bresso, nell’oratorio San Giuseppe di via Galliano e oggi permette a più di 120 ragazzi di elementari, medie e superiori di avere uno spazio e un supporto per lo studio. Il centro, ora situato in via Don Minzoni alla Cooperativa dei Fiori di Bresso, accoglie per quattro pomeriggi a settimana studenti che hanno bisogno di essere seguiti nello studio e nel recupero delle materie da un gruppo di volontari.

«Gli studenti di medie e elementari trovano un aiuto per i compiti e per ripetere le lezioni, alcuni ragazzi delle superiori vengono per poter studiare dal momento che non sempre a casa loro c’è uno spazio adeguato», spiega Nicoletta Strada, presidente dell’associazione e fondatrice del progetto, che organizza i turni, monitora le presenze e i volontari. Insieme a un gruppo di collaboratori, garantisce ai ragazzi il miglior supporto per le loro necessità scolastiche. Si tratta di un servizio completamente gratuito per gli utenti; l’iniziativa si sostiene grazie alle donazioni dei genitori e dei volontari ed è ormai conosciuta nelle scuole del territorio. Il progetto del doposcuola è cominciato da un solo ragazzo e oggi sono più di 120: «È iniziata in modo casuale, e le cose vanno avanti nonostante le difficoltà grazie ai volontari. Da febbraio arriveranno dei ragazzi del liceo per aiutare i più piccoli. Un gruppo di una trentina di volontari si mette a disposizione tra cui ingegneri, professori d’italiano o di storia in pensione».

Dalle 15 alle 16.30 lo spazio è dedicato ai ragazzi delle medie e dalle 17 alle 18.15 a elementari e superiori.«Nel corso degli anni – prosegue Strada – diventiamo un riferimento che va al di là dello studio. Un ragazzo che veniva a fare i compiti all’Isola è tornato pochi giorni fa: ora frequenta il liceo e si mette a disposizione per aiutare i più piccoli. Molti giovani, spesso stranieri, trovano all’Isola dei compiti uno spazio di inclusione dove potersi confrontare e che svolge anche un ruolo sociale. L’associazione è di impronta cattolica ma non impone né propone a nessuno la pratica di un credo». A volte viene chiesto ai giovani di scegliere una parola per descrivere l’esperienza che vivono al doposcuola: «Un termine che ricorre – sottolinea la presidente – è ‘famiglia’».