Sala: «Soluzione è ristrutturare San Siro, possiamo ispirarci a Madrid»

«So che sembra una neverending story quella dello stadio di San Siro ma vorrei darvi una spiegazione di tutti i fatti»: il sindaco di Milano Beppe Sala ha introdotto con queste parole la sua diretta Instagram di oggi, in cui ha affrontato il tema caldo dello stadio.

Da tempo si parla infatti del futuro di San Siro. Una questione che, come ha sottolineato Sala, non riguarda solo il calcio ma anche i concerti e, più in generale, la gestione e viabilità di un quartiere delicato.

Per Sala, il punto è molto chiaro: è necessario seguire la strada della ristrutturazione di San Siro. «È uno stadio storico, è la Scala del calcio – ha detto -. È ben posizionato, al netto delle problematiche di chi ci vive. I milanesi ci sono abituati, è casa. Con la ristrutturazione possiamo migliorare molto lo stato delle cose. A Madrid ad esempio c’è il museo del Real e noi possiamo ispirarci a situazioni di questo tipo».

Trasferirsi fuori Milano, come l’ipotesi del Milan di spostarsi a San Donato, non sarebbe per Sala «una passeggiata di primavera». «Volete davvero chiedere ai vostri tifosi di andare a San Donato per seguire le partite, obbligandoli a una mobilità e una logistica diversa? – prosegue il sindaco -. Le società hanno anche la necessità di fare attenzione ai bilanci, visto che non ci sono più imprenditori come Massimo Moratti e Silvio Berlusconi che investono per lo stadio. Vorrei che le squadre rimanessero insieme nello stesso impianto, con la garanzia che si migliori il quartiere di San Siro».

«Questa discussione è cominciata parecchio tempo fa – ha ricordato il sindaco -, quando i due team (Inter e Milan, ndr) sono venuti da me con l’esigenza di un nuovo stadio che consenta loro maggiori ricavi, e di sanare anche eventuali debiti, attraverso il possesso della struttura che a oggi è patrimonio del Comune di Milano. In un primo momento hanno rifiutato categoricamente l’ipotesi, che a me stava a cuore, di ristrutturare San Siro».

Per questo l’amministrazione inizialmente ha valutato l’abbattimento di San Siro. «Per tenere le due squadre a Milano, l’unica via era realizzare un nuovo stadio nell’area di San Siro ma contestualmente abbattere lo stadio già esistente», ha spiegato Sala.

Sono state esaminate altre aree come viale Puglia ma poi l’unica opzione plausibile è stata rimanere nella stessa zona. A quel punto però sono state chieste da parte di Inter e Milan volumetrie che, in base al Pgt, non potevano essere garantite dal Comune. «Abbiamo preso del tempo per la negoziazione e abbiamo cercato di convincere le due squadre a tornare alle regole del Comune di Milano», ha continuato il sindaco.

Finché la sovrintendenza ha posto un veto, anche se non ancora definitivo, sull’abbattimento di San Siro. In più ci sono state le ipotesi di referendum, lo schieramento di comitati cittadini contrari all’abbattimento e così quella strada è stata abbandonata.

I team però hanno iniziato a cercare uno stadio fuori dal Comune di Milano: il Milan ha cominciato in particolare a valutare il trasferimento a San Donato.

«Ma, con tutto il rispetto per il Comune di San Donato – ha specificato Sala -, noi per le partite di cartello schieriamo fino a 200 vigili urbani. A San Donato forse ci sono 30 vigili in tutto. In più, bisogna chiedersi la gente come ci arriva, dove parcheggia, quali sono i vincoli urbanistici. Non è impossibile il trasferimento dello stadio a San Donato ma dico al Milan che non è una passeggiata di primavera. Siete sicuri di voler fare un investimento che supera il miliardo quando possiamo lavorare su San Siro?».

Sala ha aggiunto inoltre che la società Webuild ha proposto di realizzare pro bono uno studio volto a comprendere se è possibile ristrutturare San Siro. Le priorità sarebbero quelle di sistemare i bagni, l’accessibilità, gli ascensori, realizzare all’esterno un fabbricato con ristoranti e un’area commerciale, oltre che creare delle lounge per la clientela vip.

Un nodo sarebbe però dover bloccare le partite nel periodo della ristrutturazione. Sala ha tuttavia sottolineato che, se il periodo di chiusura potrà essere di un tempo ragionevole, insisterà con i team per andare in questa direzione.

Il sindaco ha inoltre precisato che al momento le due squadre sono coperte da contratto d’affitto, in vigore fino al 30 giugno 2030.