Mangia e tâs: la cucina nel dialetto milanese

L’importanza del cibo e della tavola emerge spesso nel dialetto milanese e nei modi di dire tipici lombardi. Molte espressioni sono infatti legate al mondo della cucina rivelandone la centralità nella cultura popolare. Il termine ‘ganassa’, per esempio, che descrive una persona arrogante e uno sbruffone, letteralmente significa guancia, mandibola.

Mangia e tâs è la massima espressione della centralità del cibo. ‘Mangia e taci’ indica lo stare chini sul piatto e non proferire parola per dare importanza a cosa si sta mangiando, dare valore a ciò che si ha davanti e non aprire bocca per dire stupidad. Il cibo è usato anche per esprimere le doti economiche dei milanesi: perché A Milan anca i moron fan l’uga! ovvero a Milano anche i gelsi fanno l’uva. Infatti i gelsi, molto diffusi a Milano, offrivano un legno povero e i frutti non erano molto apprezzati ma le sue foglie servivano a sfamare i bachi da seta. Il detto ribadisce che il milanese è capace di tirare fuori il meglio da ogni cosa e creare un miracolo economico anche se possiede molto poco.

Quando il meneghino è in compagnia di una persona noiosa, prolissa, potrebbe additarlo come un mena toron. Il ‘mena torrone’, letteralmente, fa riferimento alla preparazione dell’antico dolce i cui ingredienti andavano mescolati sul fuoco basso per ore e ore in un procedimento interminabile e noioso. La cucina milanese tipica è ricca di carne e questo fa capire il detto grass de rost, il grasso dell’arrosto, che dà a tutto un sapore migliore ma può risultare pesante e indigesto. Si usa per indicare quelle persone a cui si vuole bene, che non sono cattive ma che a volte possono risultare un po’ sgradevoli o fastidiose.