Milano nei detti popolari, cinq e tri vott

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A più di 5 metri da terra la statua di san Francesco benedice piazza Risorgimento a Milano. Sono molte le statue meneghine a cui i cittadini sono affezionati. La statua di San Francesco d’Assisi, realizzata nel 1926 come omaggio dopo 7 secoli dalla scomparsa del santo, lo raffigura con la mano sinistra aperta e tesa verso il cielo e la mano destra con 3 dita aperte nell’atto di benedire. Ai milanesi l’ironia non manca e la statua fu presto rinominata Cinq e tri vott facendo riferimento con affettuoso sarcasmo alla conta delle dita.

A realizzare l’opera fu Domenico Trentacoste, scultore italiano che visse a cavallo tra ‘800 e ‘900, il quale si offrì di eseguire il lavoro gratuitamente e costrinse Fra Cecilio, che aveva commissionato la statua, a posare come modello. Il detto completo sembrerebbe ‘Cinq e tri vott: cinq che lavoren e tri che fan nagott’, ovvero Cinque e tre, otto: cinque che lavorano e tre che non fanno niente, che potrebbe fare riferimento all’organizzazione del lavoro non sempre equa dove spesso sono più le persone comandano in proporzione a quelle che lavorano.