Giro di vite per l’Agenzia del Trasporto Pubblico Locale

Immagine di repertorio

Il consiglio regionale della Lombardia ha deciso: Milano e Città Metropolitana conteranno di meno nel consiglio di amministrazione dell’Agenzia del Trasporto Pubblico Locale, lo stesso organo che ha approvato la riforma del nuovo sistema tariffario Atm.

Con l’approvazione della Legge di semplificazione 2019 e in particolare con la votazione a favore di un emendamento che modifica la governance dell’Agenzia Tpl, la Regione ha «privato il capoluogo meneghino di oltre il 10 per cento delle quote».

«A Milano si muove l’80 per cento e oltre degli utenti del trasporto pubblico dell’Agenzia e con il nuovo provvedimento Milano e Città Metropolitana nel consiglio di amministrazione dell’Agenzia conteranno al massimo per il 50 per cento (prima erano al 62,5), mentre la quota di Pavia, Monza e Lodi conterà il 20 per cento. Un vero e proprio colpo a freddo a Milano e alla sua possibilità di organizzare un trasporto pubblico efficiente», è esploso il capogruppo del Pd in consiglio regionale Fabio Pizzul, che ha aggiunto: «Viste le modalità con cui è stato presentato il provvedimento in commissione, mi sono permesso di parlare di ‘bullismo istituzionale’, soprattutto in riferimento all’atteggiamento particolarmente di alcuni esponenti della Lega nella loro battaglia contro Milano».

Daniele Barbone, presidente dell’Agenzia Tpl, si è espresso in maniera più tiepida: «Abbiamo seguito con grande partecipazione il dibattito in consiglio regionale e dato un contributo fattivo ai lavori del legislatore regionale. I temi su cui crediamo è necessario intervenire li ricordiamo e sono il miglioramento della governance, le risorse delle agenzie, il ruolo dei Comuni sotto forma di ambiti omogenei, la piena integrazione tra i servizi ferroviari regionali e il Tpl, i termini temporali di realizzazione delle gare, la regolazione dei servizi nelle aree di ‘confine’ tra le agenzie».