Coronavirus, un ospedale di emergenza nell’ex Fiera Milano

Ben 127 posti in più in terapia intensiva, aggiunti in un solo giorno. Regione Lombardia ha annunciato che oggi siamo arrivati a 1.067 posti totali. Ma si cerca di fare ancora di più. Perché i casi positivi sono 8.725, ieri erano 7.280 e il giorno prima 5.791. I ricoverati in terapia intensiva, invece, sono 605, mentre ieri erano 560.

Per questo si sta pensando di allestire una struttura di emergenza sanitaria temporanea a Milano, così come era stato fatto a Wuhan. Lo aveva annunciato il presidente Attilio Fontana e lo ha confermato oggi Giulio Gallera, assessore al Welfare di Regione Lombardia, durante la diretta Facebook quotidiana per fare il punto sul Coronavirus.

Diecimila metri quadri, nell’ex Fiera di Milano in zona Portello, potrebbero diventare la grande terapia intensiva della Lombardia. Nella città cinese, erano stati costruiti in dieci giorni ospedali temporanei per far fronte all’emergenza Coronavirus. In Lombardia, la richiesta di posti in terapia intensiva aumenta ogni giorno del 25 per cento e oggi si è costretti a prendere a modello la Cina. Sono stati individuati due padiglioni dell’ex Fiera, il padiglione 1 e il padiglione 2, dove si potrebbero organizzare altri 600 posti letto. Fondazione Fiera potrebbe posizionare i prefabbricati in cui mettere i letti e le macchine per la respirazione meccanica. 

Gallera ha spiegato che si sta elaborando il prototipo «grazie anche alla disponibilità della Fondazione Fiera Milano, disposta a farsi carico, almeno in parte, della realizzazione di queste aree dove collocare i letti di terapia intensiva. Stiamo parlando con la Protezione civile perché abbiamo bisogno di respiratori e personale: almeno 500 medici e 1.200 infermieri».

L’assessore ha sottolineato inoltre come il mondo sanitario si stia mobilitando per fronteggiare l’emergenza. Oltre a ragionare sul prototipo per un ospedale temporaneo, si sta pensando anche di implementare ulteriormente la capienza degli ospedali lombardi.

«Nei prossimi giorni – ha dichiarato Gallera – allestiremo altri 16 posti per la terapia intensiva al San Carlo di Milano e 20 al Papa Giovanni XXIII di Bergamo. Dobbiamo ridurre il numero dei pazienti ricoverati negli ospedali ‘di frontiera’ perché oggi non hanno quasi più capacità. Abbiamo coinvolto tutto il mondo socio sanitario comprese, le Rsa, le case di riposo e gli ospedali privati ottenendo risultati incredibili. Gli operatori sanitari privati accreditati stanno garantendo un supporto importante e concreto al sistema regionale. Nessuno di sta sottraendo alla battaglia contro il Coronavirus. Nei reparti di pneumologia delle strutture private accreditate sono ricoverati più di 700 pazienti. I posti di terapia intensiva attivi in questi ospedali sono 292 con un incremento del 26% rispetto ai 230 attivi al 19 febbraio. Di questi, 157 sono dedicati a pazienti Covid-19 e 135 a quelli affetti da diverse patologie. Fra gli altri, al San Raffaele ci sono attualmente 21 pazienti Covid intubati, 16 all’Humanitas di Rozzano, altri 16 all’Humanitas Gavazzeni, 36 alla Poliambulanza di Brescia».

Gallera ha fatto sapere infine che tutto il sistema sanitario lombardo sta reagendo in modo «straordinario e coordinato» e che sono 650 i medici e gli infermieri che stanno rispondendo alla richiesta. Da domani i primi 100 entreranno in servizio.