Gallera risponde ai medici: «Sono amareggiato, abbiamo fatto un grande lavoro in Regione»

«Mi ha molto stupito, oltre che amareggiato, la nota del 6 aprile 2020 nella quale la Federazione degli Ordini dei Medici della Lombardia formula un vero e proprio atto d’accusa verso la Regione per la gestione dell’emergenza Covid», inizia così la lettera che l’assessore regionale al Welfare Giulio Gallera ha scritto in risposta alle 7 critiche che il 6 aprile i medici della Fromceo hanno rivolto alle istituzioni.

«E’ davvero sorprendente – continua l’assessore – che professionisti dai quali ci si attende la piena comprensione di quanto è accaduto, oltre che la fattiva collaborazione in un momento così difficile, si limitino ad
elencare, in modo poco produttivo e accademico, presunte mancanze che sono totalmente smentite dai fatti. E la sorpresa è ancora maggiore se le accuse provengono da chi è un organo sussidiario dello Stato e non già una sigla sindacale».

L’assessore rimarca poi il «grande lavoro» della direzione generale Welfare lombarda in questi mesi. «E ciò, aggiungo, senza che sia stata espressa alcuna considerazione sull’enorme lavoro che il sottoscritto e l’intera Direzione Generale Welfare hanno fatto e stanno ancora facendo dal primo istante di questa emergenza», conclude l’assessore.

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La controreplica dei medici I medici della Fromceo non hanno perso tempo però nell’inviare all’assessore e al presidente della Regione Attilio Fontana una controreplica, nella quale spiegano che la collaborazione da loro offerta nella gestione dell’emergenza Covid non è stata accolta da Regione: «In tutta questa prima fase la collaborazione, in concreto, di chi rappresenta la professione direttamente impegnata sul campo non è mai stata accettata, nonostante sia stata offerta. Il non essere ascoltati non fa venir meno i nostri doveri anzi ci impone di essere ancor più fermi nello svolgimento delle nostre funzioni; la lettera che Le è stata inviata è la diretta conseguenza di questo dovere mentre il rifiuto della collaborazione ne è la ragione eziologica», scrivono i camici bianchi.

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