Scuole paritarie in sciopero, i Salesiani non interrompono le lezioni

Don Elio Cesari, direttore delle Osdb Sesto San Giovanni

Nelle giornate del 19 e 20 maggio le scuole paritarie italiane si sono unite in due giorni di sciopero proclamato dalle presidenze nazionali dell’Usmi (Unione Superiori Maggiori d’Italia) e della Cism (Conferenza Italiana Superiori Maggiori). Lo sciopero è stato indetto per «manifestare tutto il disagio e la difficoltà che scuole pubbliche paritarie cattoliche fanno dinanzi alla fatica di tante famiglie a pagare le rette, all’indebitamento di tanti Istituti che non ce la fanno più a pagare gli stipendi dei docenti e del personale amministrativo», si legge in una nota di Usmi e Cism.

Paritarie «dimenticate»

Le scuole manifestano il dissenso nei confronti delle misure del governo nella Fase 3. Anzi, delle mancate misure. Nel decreto rilancio, che prevede investimenti per 55 miliardi di euro al fine di rilanciare l’economia italiana dopo la frustata dell’epidemia di coronavirus, non sono citate le scuole paritarie. I soldi del governo vengono infatti destinati solo alle scuole pubbliche, di ogni ordine e grado. «La mancanza del pagamento rette e quindi la mancanza di entrate comporterebbe la chiusura di circa il 30 per cento delle scuole paritarie italiane per un totale di circa 300mila alunni, che si riverseranno nella scuola statale», sostengono Usmi e Cism.

Sospesa la didattica

In questi due giorni di sciopero, le scuole paritarie aderenti hanno sospeso la didattica online. Le scuole aderenti hanno esposto un cartello con l’hashtag #Noisiamoinvisibili e organizzano flash mob e dirette Facebook sui temi della «libertà di scelta educativa; il diritto di apprendere senza discriminazione; parità scolastica tra pubblica statale e pubblica
paritaria; libera scuola in libero stato; appelli alla classe politica perché non condanni all’eutanasia il pluralismo culturale del Paese». Il tutto è condiviso in tempo reale sulla pagina Facebook della Usmi.

La posizione dei Salesiani di Sesto

Le scuole afferenti al complesso dei Salesiani di Sesto San Giovanni hanno deciso di non aderire allo sciopero. Il direttore don Elio Cesari ha spiegato al nostro Gazzettino Metropolitano i motivi di questa scelta: «È un argomento spinoso – sostiene il direttore -. In un momento così particolare e difficile per gli studenti, non permettere di fare scuola e occuparli in quelle poche ore non ci sembrava la soluzione migliore. Sarebbe risultato come un ulteriore problema per le famiglie. È evidente però che la mancanza del sostegno economico alle scuole paritarie sia un problema. Condividiamo la problematica ma non abbiamo condiviso la modalità per esprimerla».

Se il 30 per cento delle paritarie italiane è a rischio chiusura, i Salesiani di Sesto sono «al sicuro». Tra i diversi plessi scolastici dei Salesiani di Sesto, vengono accolti in totale 2700 studenti. «Gran parte dei ragazzi che frequentano le medie vivono a Sesto San Giovanni – dice Cesari – le scuole superiori sono frequentati da alunni che provengono da tutta la Brianza e l’Its Meccatronico ospita ragazzi da tutta Italia, che risiedono a Sesto mentre frequentano l’anno scolastico. Qui in città non arriveremmo a chiudere perché il numero delle iscrizioni è molto alto. Ma questa situazione di emergenza economica evidenzia qualcosa che c’era già prima: in Italia la scuola paritaria non ha il contributo e il sostegno dello Stato».

A Cinisello Balsamo, il sindaco Giacomo Ghilardi ha deciso di stanziare dei fondi comunali alle scuole paritarie del territorio, sotto forma di un ‘anticipo’ delle rette scolastiche. A Sesto l’amministrazione non ha preso alcun provvedimento, almeno per ora. «Come Salesiani Sesto – dichiara Elio Cesari – non abbiamo chiesto nulla all’amministrazione ma abbiamo deciso di ‘fare il primo passo’ istituendo un fondo a sostegno delle famiglie per 50mila euro. Penso che chiedere al Comune dei soldi al momento sia poco fattibile: sono loro i primi a essere in grande difficoltà. Una formula della percorribile sarebbe quella di esentare dalle tasse comunali (come la tassa sui rifiuti ad esempio) alcune realtà paritarie riconosciute nella loro funzione educativa dal Comune stesso».