Esposto del Codacons in Procura: «Tasso di mortalità elevatissimo, ma rianimazioni non così piene. I conti non tornano»

Prosegue la battaglia del Codacons legata al covid. Dopo aver diffidato Regione Lombardia e il Comune di Milano, l’attenzione viene questa volta posta sul numero dei morti giornalieri e le terapie intensive.

«Qualcosa nei conti continua a non tornare – spiegano dal Codacons -, in Italia, infatti, la mortalità del nuovo coronavirus continua a essere elevatissima, paragonata soprattutto con altri paesi europei e mondiali (pensiamo per esempio alla Germania) e ciò non si può spiegare solo con il fatto che l’età media italiana sia più elevata, anche perché le differenze ci sono ma non sono così tanto marcate. Viene allora da chiedersi come sia possibile che nel nostro Paese il covid-19 mieta così tante vittime in più e se ciò sia dovuto a qualche negligenza o inefficienza del sistema sanitario oppure a scelte politiche che nulla hanno di medico o scientifico».

Dati alla mano, il Condacon sottolinea alcune perplessità: «Perché se è vero che le rianimazioni e le terapie intensive sono fortemente sotto stress, non si può dire che esse siano del tutto occupate (pensiamo alla Svizzera dove invece già il 18 novembre veniva comunicata l’occupazione di ogni posto in terapia intensiva) ma i numeri dei morti continuano ad essere elevatissimi soprattutto fuori dalle terapie intensive».

«Ciò fa nascere dei legittimi dubbi – denuncia il presidente del Codacons, Marco Donzelli –. Come sappiamo la saturazione delle terapie intensive è uno dei criteri utilizzato per classificare una Regione tra le zone gialle, arancioni o rosse, e come abbiamo visto nelle ultime settimane molti governatori stanno spingendo affinché la loro Regioni cambi di zona. Questo dato risente purtroppo di fortissime influenze politiche, e non vorremmo che sulla decisione di ricoverare o meno una persona in terapia intensive entrino in gioco questioni che nulla hanno a che fare sul piano medico. Vogliamo vederci chiaro, pertanto chiediamo alla Procura della Repubblica di indagare affinché sia verificato che nessuna persona sia stata esclusa dal ricovero ospedaliero sulla base di qualche criterio poco chiaro».