Cinisello, la chiusura della Paganelli diventa una questione politica

Assessore alla Cultura e allo Sport Daniela Maggi

È diventata una questione politica la chiusura della piscina Paganelli a Cinisello Balsamo, con l’amministrazione che accusa la società di strumentalizzare i propri allievi e i partiti che si schierano a favore o contro.

La piscina Paganelli non riesce più a sostenere i costi senza l’attività di nuoto libero ed è costretta a chiudere, lasciando 80 atleti agonisti (la maggior parte dei quali tra gli 8 e i 23 anni) a casa. Ma l’amministrazione comunale di Cinisello, in una nota stampa, accusa l’associazione Asa, che gestisce l’impianto, di aver strumentalizzato i propri atleti: «La nostra amministrazione si è sempre dimostrata attenta e a favore dell’inclusione e della partecipazione. In questi mesi siamo stati accanto a tutti coloro che ci hanno presentato le loro difficoltà e le nostre porte sono sempre state aperte. Se Asa fosse venuta a confrontarsi con l’Amministrazione avrebbe trovato ascolto – ha dichiarato l’assessore allo Sport Daniela Maggi –. La scelta è stata invece quella di far leva sugli atleti e sulle loro famiglie. Risulta dunque chiaro che si tratta di un atteggiamento strumentale che va contro tutti i principi dello Sport». Accuse pesanti rivolte a una società che da anni gestisce due impianti natatori a Cinisello Balsamo.

Alle dichiarazioni dell’amministrazione, che comunque aggiunge che: «A breve l’Amministrazione incontrerà una delegazione di famiglie dei nuotatori per ascoltare le loro istanze», si sommano quelle di tutti i componenti della maggioranza che sostengono il centro destra della giunta Ghilardi. 

«Apprendiamo con dispiacere – scrivono i capigruppo in una nota – della decisione di Asa di chiudere la piscina Paganelli. Una decisione che arriva direttamente dalla società sportiva senza interpellare il Comune e che ha tutto il sapore di una decisione presa a tavolino con un determinato partito politico. Il presidente Strani dovrebbe decidere se fare il presidente dell’associazione sportiva o il consigliere comunale del Pd». In realtà, Natalia Strani non è consigliere comunale nella presente legislatura.

«Ancora una volta vengono strumentalizzati i ragazzi e le loro famiglie – chiosano i capigruppo – al solo fine di attaccare l’amministrazione comunale che si è sempre dimostrata disponibile all’ascolto ma che, in questo caso, non è stata interpellata».