Nessun alibi, tanta rabbia: 180 minuti (di fuoco) alla fine del campionato della Pro Sesto

Sei rigori contro nelle ultime cinque giornate. Dietro a questi numeri bisogna leggere il secco post, pubblicato sulla pagina Facebook della società, con cui la Pro Sesto domenica scorsa annunciava la sconfitta contro il Grosseto. «Padroni di casa in vantaggio su rigore di Galligani, ennesimo penalty concesso contro i biancocelesti».

Poche parole, un messaggio nascosto? Forse da ricercare con un po’ di malizia. O forse no. Perché se in questo caso il malcontento è corso via social, non era stato lo stesso settegiorni prima, al Breda, contro l’Alessandria. Di fronte, la seconda forza del campionato, corsara a Sesto per 1-0. Un gol non su rigore, ma in quell’occasione furono diverse scelte arbitrali a far discutere. In ultimo l’espulsione al 90’ assai generosa di Mutton, per aver fermato una ripartenza a metà campo. Provvedimento eccessivo (a gara conclusa) che è costato all’attaccante la trasferta in Toscana. Nessun alibi (alcuni dei rigori c’erano, altri no), ma tanta rabbia. Come quella che il patron Ferrero ha espresso in prima persona al Breda nell’ultima in casa.

Protesta rimasta inascoltata, dato che sempre a Grosseto sullo 0-0 non è stato assegnato un gol alla Pro Sesto, con il pallone che sembrava aver superato la linea. Quella degli errori arbitrali non può comunque essere una giustificazione totale: mancano 180 minuti alla fine della stagione. Renate prima, Livorno poi per centrare una salvezza diretta che i biancocelesti meritano, visto quanto dimostrato nella prima parte di stagione. Solo così i problemi saranno dimenticati. O, forse, rimandati alla prossima stagione. Al tempo (si spera in Serie C) l’ardua sentenza.