Cinisello, GayMin Out contro il comune: «Non una parola sulla matrice omofobica dell’aggressione»

gayminout biciclettata arcobaleno

L’associazione GayMin Out accusa il comune di Cinisello Balsamo di non riconoscere la matrice omofoba della violenza avvenuta a Cinisello Balsamo a Villa Ghirlanda Silva ai danni di una ragazza lunedì 28 luglio.

La ragazza era stata aggredita perché indossava un cappellino sul quale campeggiava la scritta Lgbt da un gruppo di violenti, ma dalla giunta comunale, denuncia l’associazione, sono arrivate parole di condanna per ogni forma di violenza, sia fisica che verbale, che non riconoscono l’aggressione come omofoba, nascondendo la motivazione dell’atto.

Sulla pagina social di GayMin Out l’associazione commenta l’accaduto: «Nel comunicato stampa diffuso dal Comune di Cinisello Balsamo è magicamente scomparsa la motivazione che ha portato una ragazzina minorenne a essere malmenata da un gruppo di suoi pari. È stata la stessa ragazzina a denunciare gli insulti omofobi che hanno accompagnato la sua aggressione ma sindaco e assessore glissano, facendo riferimento alla condanna di “ogni forma di violenza”. Ecco questa violenza si chiama omofobia. È equiparabile all’odio razziale o a quello di genere e ogni anno provoca centinaia di vittime in Italia.

Per sconfiggere alcuni fenomeni bisogna prima riconoscerli, chiamarli con il loro nome. Fino ad allora ci si starà voltando dall’altra parte, rendendosi complici di una mentalità negazionista che rende fertile il terreno delle discriminazioni.

Per noi non è accettabile che sindaco e assessori si voltino dall’altra parte. I cittadini Lgbt+ e le loro famiglie meritano rispetto. Meritano interventi volti all’integrazione nelle scuole. Meritano leggi che li e le tutelino da aggressioni di matrice omotransfobica. Meritano strade e parchi sicuri».

Questa sera, domenica 4 luglio, alle 20:30 l’associazione GayMin Out ha organizzato un sit-in davanti al Centro Culturale Il Pertini al fine di richiedere un intervento concreto da parte dell’amministrazione comunale perché si schieri a favore del Ddl Zan per tutelare i propri cittadini Lgbt+ e le loro famiglie.