Cusano, i volontari della protezione civile raccontano l’emergenza di Como

Il volontariato non va in vacanza. Nel Nordmilano anche quello estivo è un periodo intenso, tra emergenze e interventi. Soltanto pochi giorni fa, anche dai nostri territori sono sono stati avviati i soccorsi per il grande disastro che ha colpito la Lombardia: il nubifragio del comasco. Abbiamo incontrato i volontari della protezione civile di Cusano Milanino, in prima linea durante l’emergenza del 28 e 29 luglio, e il coordinatore Loris Munizza ci ha raccontato l’esperienza vissuta.

Quali volontari sono stati attivati?

«Dalla Città Metropolitana di Milano è stata attivata tramite CCV e su richiesta di Regione Lombardia una colonna provinciale composta dalle associazioni di Cusano Milanino, Paderno Dugnano, Cinisello Balsamo, Bareggio, Bollate, Canegrate, Legnano, A2A Milano, Gcv Comune di Milano, CVPC Milano, Rho, Settala, Trezzo sull’Adda».

Da Cusano quanti eravate?

«Siamo partiti in due, perché alcuni volontari erano già assegnati all’attività di presidio negli hub vaccinali, altri lavoravano a supporto dell’unità vaccinale mobile al mercato cittadino del giovedì. E altri ancora, fortunatamente, erano in meritata vacanza».

Che situazione vi siete trovati di fronte giunti sul posto?

«Ci aspettavamo indubbiamente uno scenario critico dalle immagini viste in tv ma giunti sul posto abbiamo capito subito che la situazione era ben più grave di quello che si potesse immaginare. Scene di devastazione, montagne di detriti, piante abbattute, acqua, fango, case distrutte, strade bloccate e voragini».

Com’è stata strutturata l’attività? 

«È stato istituito un campo base al galoppatoio di Villa Erba a Cernobbio, dove i funzionari locali e i colleghi di Como hanno assegnato i diversi cantieri. La nostra colonna è stata mandata in primo luogo a Brienno dove abbiamo liberato le strade dai detriti, ripulito la zona dal fango con i moduli ad alta pressione; e i motoseghisti si sono occupati di liberare l’alveo di un torrente ostruito dalle piante rimaste incastrate».

Poi vi siete spostati?

«Una volta chiuso quel cantiere nel pomeriggio di mercoledì, siamo stati spostati sulla frana di Laglio. Qui ci siamo trovati di fronte uno scenario ben più complesso perché la frana ha diviso in due la città, riversandosi sulle case. Prima di operare con le squadre appiedate, è stato necessario un intervento dei mezzi meccanici per liberare la strada dai grossi detriti. Solo successivamente abbiamo potuto iniziare la rimozione del fango e lavare le strade utilizzando i moduli ad alta pressione e l’acqua prelevata dalla squadra idrogeologica direttamente dal lago con la motopompa».

Cosa ne pensi della risposta a questa emergenza da parte dell’intera macchina dei soccorsi?

«Ancora una volta il sistema nazionale di protezione civile è sceso in campo con un grande dispiegamento di uomini e mezzi. Vigili del fuoco, carabinieri, polizia di Stato, polizia locale, polizia stradale, istituzioni e tutto il mondo del volontariato. Tutti uniti con lo stesso obiettivo: il soccorso e il superamento dell’emergenza».

Dal punto di vista umano, cosa vi ha colpito di più?

«Come sempre accade in queste situazioni, è stato molto piacevole ricevere parole di stima, fiducia e gratificazione da parte degli abitanti e dalle istituzioni delle zone colpite. Altrettanto importante sentire la vicinanza dei nostri cittadini, dei volontari che non sono potuti partire, di amici, parenti e delle nostre istituzioni che ci sostengono e ci permettono di essere componenti preziosi della grande famiglia del mondo del volontariato organizzato».

Tra le tante immagini di devastazione, ne sono girate alcune con un protagonista speciale.

«È stata una visita inaspettata, giunta dopo un’intensa giornata caratterizzata solo da immagini di devastazione. Stavamo ritirando le attrezzature per tornare a casa quando ci siamo trovati George Clooney faccia a faccia, nella sua Laglio ferita. Ha voluto toccare con mano la gravità della situazione, per poi trascorrere qualche minuto insieme ai volontari ancora presenti sul posto, intenti a ritirare le attrezzature per fare rientro a casa. Personalmente ho apprezzato molto l’umanità con cui ha condiviso qualche minuto insieme a noi, strappandoci un sorriso dopo una giornata che difficilmente dimenticheremo».