Sesto, Pizzochera: «L’amministrazione preoccupata per la ‘scuola parentale’ di Rondò»

Roberta Pizzochera, assessore ai Servizi Sociali Roberta Pizzochera, assessore ai Servizi Sociali

Anche l’assessore ai Servizi Sociali di Sesto San Giovanni, Roberta Pizzochera, si dice «Preoccupata» per ciò che succede alla cosiddetta scuola parentale di Sesto Rondò, dove alcuni bambini verrebbero affidati dalle famiglie a insegnanti “alternativi”, no vax, che non rispetterebbero le norme sanitarie come tenere la mascherina o allontanare gli studenti che hanno tampone positivo.

A dicembre, un servizio de Il Giornale ha denunciato gli insegnanti della scuola di via Risorgimento 63 e negli ultimi giorni il Movimento 5 Stelle ha presentato un’interrogazione consiliare all’amministrazione comunale, chiedendo conto delle prossime mosse della giunta: «Abbiamo depositato una interrogazione urgente per sapere da chi amministra la nostra città da quanto tempo è nota questa realtà, quanti bambini coinvolge, cosa è stato fatto sino ad ora, chi è stato avvisato e quali provvedimenti verranno presi».

«La situazione della scuola per come è stata descritta – ha risposto Roberta Pizzochera – ha preoccupato tutta l’amministrazione e ci muoveremo di concerto con chi ha il potere di agire in merito. Ma rimane un buco nelle leggi: la scuola parentale è una scelta che i genitori operano per i propri figli e di cui il Comune può solo prendere atto. È il Miur ad avere facoltà di controllo su queste realtà».

Ed effettivamente la situazione è controversa: se gli stessi studenti si trovano per le lezioni in appartamenti privati, gli organi preposti al controllo, come i vigili urbani, non possono intervenire per verificare il rispetto delle norme sanitarie che impone questo periodo di pandemie, come appunto l’utilizzo di mascherine, il distanziamento e l’allontanamento in caso di positività al Covid-19.