Quel comizio di Berlusconi a Cinisello che divenne virale prima dell’avvento dei social

«Abbiamo anche la contestazione, evviva!». Cominciava con queste parole, un po’ contro le sue attese, il comizio elettorale che Silvio Berlusconi tenne a Cinisello Balsamo in piazza Gramsci venerdì 19 giugno 2009.

Era una giornata caldissima per Cinisello Balsamo. Non per il clima, nuvoloso e con qualche goccia di pioggia, ma dal punto di vista politico. Era il venerdì che sanciva la chiusura della campagna elettorale del centrodestra, che due giorni più tardi portava al ballottaggio il suo candidato, Carlo Lio, contro quello del centrosinistra, Daniela Gasaprini. Le urne decretarono la riconferma del centrosinistra (53,86% Daniela Gasparini contro il 46,14% di Carlo Lio), ma a uscirne mediaticamente ‘vincitore’ da quella campagna elettorale a livello nazionale e non solo strettamente cinisellese fu proprio Silvio Berlusconi, che all’epoca ricopriva il ruolo di premier nel suo ultimo mandato. Il comizio si trasformò in una presa di posizione nei confronti di chi lo contestava, rimbalzando su tutti i mezzi di informazione e sulle prime pagine, italiane ma non solo, dell’epoca.

Un vero e proprio contenuto virale, che era possibile vedere ovunque, anche in un anno, il 2009, in cui i social non erano ancora esplosi come lo sono oggi. Eppure, girando per il Nordmilano, in quel giugno di elezioni tra le piazze, i bar e le strade tutti si domandavano l’un l’altro: «Ma tu l’hai visto il video di Berlusconi a Cinisello?». Facebook in Italia era solo ai suoi albori; niente Instagram, WhatsApp o TikTok. Quel video venne inoltrato centinaia e centinaia di volte via Bluetooth, da cellulare a cellulare. Modelli assai lontanti da quelli iper tecnologici di oggi, come testimomiano le immagini ancora oggi presenti su YouTube, caricate nel corso degli anni.

Ma cosa successe esattamente? Sulle note di ‘Bella Ciao’ e muniti di fischietti per disturbare l’intervento di Berlusconi, tantissimi contestatori si radunarono sul sagrato della chiesa di Sant’Ambrogio. L’obiettivo era quello di costringere il premier a non parlare di fronte ai suoi elettori. Berlusconi colse la palla al balzo per trasformare la contestazione in un punto a suo vantaggio. Una mossa che, come già detto, venne ampiamente premiata dalla stampa. «Perché io all’età che ho – proseguì Berlusconi – potrei anche stancarmi e andarmene a casa. Ma fin quando continuano a comportarsi così, non fanno che convincermi a restare qui contro di loro».

Berlusconi se la prese tanto per l’interruzione del comizio (a questo link il video di Sky), con la sinistra ‘allargata’ che in quel periodo aveva preso di mira il Governo per la gestione dell’emergenza scoppiata a L’Aquila nell’aprile del 2009 dopo il terremoto. «Si sono messi a strumentalizzare la paura, la speranza, il dolore, i morti. Vergogna! Non avete dignità, non sapete cos’è la nobilità d’animo, non sapete cos’è la democrazia, non sapete cos’è la libertà», tuonò Berlusconi aggrappato ai microfoni del podio da cui stava parlando rivolto direttamente ai tanti contestatori che lo fischiavano, prima di concludere: «Siete, ancora ed oggi come sempre, dei poveri comunisti». Una frase che, al di là di come la si può pensare politicamente e sulla figura di Berlusconi, passò alla storia, legando questo comizio a Cinisello strettamente alla sua carriera politica, per quello che divenne uno dei suoi interventi più discussi e chiacchierati. Facendolo diventare virale, quando ancora questa parola era legata solamente alla sfera della salute.