La Lombardia è in zona gialla riguardo le morti sul lavoro con un’incidenza superiore al 15 per cento rispetto alla media nazionale. L’incidenza media degli infortuni mortali indica il numero di lavoratori deceduti durante l’attività lavorativa in una data area ogni milione di abitanti. Questo indice consente di confrontare il fenomeno infortunistico tra le diverse regioni, anche se diverse per popolazione e attività lavorativa. In Italia l’incidenza media è di 3,9 morti sul lavoro ogni milione di lavoratori.
Lo rivela Vega Engineering, azienda operante nella sicurezza sul lavoro che ha analizzato i dati Inail dal 2020 a febbraio 2024. Le regioni in zona rossa, ovvero con incidenza superiore al 25 per cento rispetto alla media nazionale sono Valle d’Aosta, Trentino-Alto Adige e Calabria. Mentre in zona bianca, con l’incidenza delle morti sul lavoro più bassa, ci sono Sardegna, Basilicata, Toscana e Molise. Dall’analisi dei dati e dalle incidenze di mortalità, emergerebbe che, a livello nazionale, i lavoratori più a rischio sono gli ultrasessantacinquenni, seguiti dalla fascia di lavoratori compresi tra i 55 e i 64 anni.
Inoltre i lavoratori stranieri sarebbero soggetti a un rischio di infortunio mortale più che doppio rispetto agli italiani. Gli stranieri deceduti in occasione di lavoro nel mese di febbraio sono 21 su un totale di 91. Con un rischio di morte sul lavoro che risulta essere più che doppio rispetto agli italiani. E infatti gli stranieri registrano 8,8 morti ogni milione di occupati, contro i 3,3 degli italiani che perdono la vita durante il lavoro. La fascia di età più colpita per gli incidenti sul lavoro in itinere, ovvero quelli che avvengono nel tragitto casa-lavoro, è quella che va dai 45 ai 54 anni con 20.264 denunce.