È stato condannato a 5 anni e sei mesi di carcere, senza il riconoscimento delle attenuanti generiche, un 50enne, egiziano e residente a Sesto San Giovanni, imputato con rito immediato a Monza in quanto, con un complice, avrebbe portato avanti su gruppi online «una consapevole e deliberata attività di proselitismo via social a favore dell’Isis», oltre che finanziamenti per donne e vedove di combattenti jihadisti.
A deciderlo è stata la Corte d’Assise, accogliendo in pratica la ricostruzione del pm di Milano. Assieme al 50enne era finito in carcere anche un uomo di 45 anni, connazionale con cittadinanza italiana, condannato un paio di settimane fa in abbreviato dal gup milanese a 5 anni. Come si legge nel capo di imputazione, i due, accusati di terrorismo internazionale, avrebbero mostrato «aperto sostegno all’Isis, veicolato dalla detenzione e dalla condivisione del materiale propagandistico». Entrambi, invece, si sono sempre difesi sostenendo di avere avuto solo ‘simpatie’ per l’Isis, quando combatteva contro Assad in Siria e in Iraq e che mai sarebbero passati all’azione.