Covid, il San Raffaele ‘battezza’ i Microclots e individua fasi della malattia

È stata denominata MicroClots. In questo modo l’équipe dei medici di Irccs Ospedale San Raffaele di Milano guidata da Alberto Zangrillo, Giovanni Landoni e Fabio Ciceri, ha denominato la forma grave della malattia polmonare causata dal nuovo coronavirus. Grazie a questo passo in avanti è possibile individuare diverse fasi della malattia covid-19 trattabili con terapie specifiche in base alla gravità.

«Non ci troviamo di fronte alla classica polmonite, ma a qualcosa di complesso e differente, molto più sistemico – spiega il professor Zangrillo – Il nome ‘MicroClots’ sta infatti per Microvascular Covid-19 lung vessels obstructive thromboinflammatory syndrome: una sorta di sindrome endoteliale progressiva a partenza polmonare». 

Il nuovo coronavirus entra negli alveoli all’interno dei polmoni. Qui, in un arco temporale lungo, che può durare anche diversi giorni, colpisce l’endotelio (la parete interna dei vasi sanguigni) e scatena manifestazioni trombotiche in una percentuale significativa di casi. Questo significa che si formano dei coaguli all’interno dei vasi ostruendo il normale flusso sanguigno.

Anche grazie alla definizione della sindrome MicroClots, è possibile identificare diverse fasi della malattia Covid-19 che andrebbero trattate con terapie specifiche a seconda della gravità: «Capire la sequenza di eventi che si innescano può aiutare a spiegare le particolarità osservate sui pazienti. Si tratta di un vero e proprio rompicapo, che stiamo iniziando a risolvere solo adesso», precisa Zangrillo.

Per i malati leggermente sintomatici con lieve febbre, tosse o raffreddore, servono degli antivirali mirati, come spiegano i medici del San Raffaele. Quando i pazienti iniziano ad aggravarsi e arrivano in pronto soccorso, invece, bisognerebbe ricorrere a degli antinfiammatori, poiché in loro la fase dell’infiammazione è già in corso. Molti di questi farmaci si stanno già iniziando a studiare in clinica.

L’ipotesi di un danno alveolare provocato dal nuovo coronavirus, seguito da una reazione infiammatoria e da una trombosi polmonare micro vascolare, è un nuovo tassello che si aggiunge al ritratto di una malattia polmonare molto complessa e ancora poco compresa.

«Abbiamo visto più di 800 polmoniti gravi e più di 110 malati ricoverati in terapia intensiva e abbiamo ricevuto feedback da parte di colleghi cardiologi, cardiochirurghi, chirurghi vascolari, ematologi, internisti e radiologi. Questo quadro teorico nuovo è emerso grazie al contributo di ognuno di loro, ma è un quadro all’interno del quale resta ancora moltissimo di capire», conclude Landoni.