Sul numero di morti interviene il Codacons: «Ministero indichi come e dove avvengono i decessi»

Una terapia intensiva durante l'epidemia di Covid19

Il Codacons torna ancora una volta ad analizzare l’emergenza sanitaria in Italia. Negli ultimi giorni, infatti, è stato registrato il ‘record’ negativo di decessi giornalieri di persone risultate positive al covid.

«Sono proprio i numeri a non tornare in questa emergenza sanitaria, perché l’Italia rimane uno dei Paesi che registra un elevatissimo numero di morti per Covid-19 – denunciano dal Codancos -. Il confronto con la Germania è impietoso, visto che nel paese teutonico i morti si attestano a livelli estremamente inferiori». Il presidente Marco Donzelli aggiunge: «Il fortissimo dubbio allora è che moltissimi muoiano fuori dalle terapie intensive, che pur provate non sono del tutto piene, e che essi non vengano quindi adeguatamente curati, ovviamente però dobbiamo fare delle supposizioni perché i dati ufficiali dei decessi non indicano dove essi si siano verificati ed in che circostanze; indicazione che però è fondamentale se vogliamo capire come diminuire questo drammatico dato. Viene quasi il sospetto che pur di non riempire le terapie intensive regionali alcuni pazienti in certe condizioni non vengano neanche ricoverati, contribuendo così all’innalzamento dei decessi».

Dal Codacons sottolineano un caso specifico: «Esemplare quanto era emerso con riferimento alle strutture del San Carlo e del San Paolo a Milano, dove molti medici avevano denunciato la presenza di criteri restrittivi nell’accesso alle terapie intensive. Serve assolutamente fare chiarezza perché tutti hanno diritto a ricevere le stesse cure mediche, nessuno escluso, e Regioni e strutture non possono decidere ex ante chi curare e chi no. Chiediamo trasparenza perché ogni vita è preziosa».